L'eterna lotta tra il bene e il male

Il problema del bene e del male e della loro eterna lotta  ha sempre interessato il pensiero umano, ed è sempre stato oggetto di  faticose ricerche e appassionate discussioni.
Fin dagli albori della civiltà umana ci si interroga soprattutto sull’origine e il significato del male nel mondo, se sia possibile dare un senso, una giustificazione all’esistenza del male o se essa sia casuale e gratuita.
Nelle primitive espressioni religiose, il male è identificato con una o più divinità ostili che si contrappongono a quelle benefiche. Il bene ed il male derivano da forze superiori a quelle umane.
Ma già il pensiero filosofico greco delle origini definisce quelle che saranno le principali interpretazioni del male sulle quali ancora oggi si discute sia dal punto di vista laico che religioso:
1.    Il male ed il bene sono forze opposte che spesso lottano l’una contro l’altra producendo gli eventi (concezione dualistica). Il male è quindi ineliminabile dalla realtà. Spesso questa concezione individua il male nella materia e nella corporeità (Platone dichiara che il male è conseguenza degli influssi negativi del corpo – materia-  sull’anima, ma anche che l’uomo è libero di scegliere anziché  seguire  il carro del destino in ceppi come uno schiavo oppresso).
2.    Il male è tale solo in apparenza perché ciò che avviene risponde ad un ordine superiore, armonico e razionale.  Al di là della lotta perenne, emerge l’unità dei contrari (male-bene) che è espressione dell’armonia e della razionalità del logos (Eraclito, stoicismo, cristianesimo).
3.    Il male deriva dalle azioni umane o dalle conseguenze prodotte dalla casualità degli eventi sugli uomini. Gli Dei si disinteressano delle vicende umane, altrimenti, se avessero voluto togliere il Male dal mondo, ma non avessero potuto, sarebbero stati impotenti o, se avessero potuto ma non avessero voluto sarebbero stati maligni (sofisti, Epicuro).
Per il mazdeismo, antica religione iranico-persiana, rinnovata nel secolo VII° o VI° a. C., da Zoroastro, il mondo era retto da due principi: il Bene ed il Male. Il primo si identifica in Ahuramazdah, il secondo nello spirito malefico Ahriman. Il conflitto cosmico tra questi due principi interessa l’intero universo, inclusa l’umanità, alla quale è richiesto di scegliere quali delle due vie seguire.

S. Agostino interpretò il male come una deficienza d’essere che può toccare alle creature in quanto sono imperfette per essenza.


Sempre in ambito cristiano un certo pensiero teologico spiega il male sostenendo che Dio è inconoscibile e che i suoi piani non possono essere svelati.





Dell'eterna lotta tra il bene e il male, vi invitiamo a leggere:

"Highest Order" di Marco Bartiromo
"Il Chiarificatore" di Giuseppe Misso

www.leparchedizioni.com


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